Dedicazione del Duomo
20 ottobre 2024
I Settimana Diurna Laus
Domenica 20 ottobre : La Festa del Duomo di Milano
Milano e la sua identità
In occasione della Festa del Duomo – simbolo straordinario della nostra Milano – mi è caro proporvi qualche pensiero che il Card. Martini, al termine del suo ministero episcopale, salutandoci, rivolse all’intera Città.
“Mai come in questo tempo stiamo sperimentando, più ancora che la forza, la debolezza delle nostre città perché eventi drammatici sembrano indurre a un senso di sgomento di fronte alla difficoltà di reggere alle sfide che pone la grande città.
La città è invece luogo di una identità che si ricostruisce continuamente a partire dal nuovo, dal diverso, e la sua natura incarna il coordinamento delle due tensioni che arricchiscono e rallegrano la vita dell’uomo: la fatica dell’apertura e la dolcezza del riconoscimento. Ambrogio le caratterizzava secondo la nota formula: “cercare sempre il nuovo e custodire ciò che si è custodito” (“ut et operibus nova quaerat et parta custodiat": de paradiso, 4,25). (..)
Milano ha dalla sua il vantaggio di una tradizione di identità propria. Ce l’ha – e le è riconosciuta – nel ruolo del lavoro e dell’organizzazione amministrativa e di servizi, di un raccordo tra religione e strutture formative e caritatevoli .. ma se si perdono le radici culturali di questa identità e si cerca solo di mantenerne vivi i vantaggi tecnici, si finisce e col perdere l’anima della identità e, alla lunga, anche i suoi vantaggi.
Milano non può, nel nome dell’identità, perdere la sua vocazione all’apertura, perché proprio questa è iscritta nella sua identità, cioè la capacità di integrare il nuovo e il diverso. L'accoglienza, come categoria generale, non è per la milanesità solo un affare di buon cuore e di buon sentimento, ma uno stile organizzato di integrazione che si alimenta soprattutto ad una testimonianza fattiva. (..)
Mentre ringrazio dell’onore concessomi, esprimo i migliori auguri per il futuro di questa città per la quale assicuro che continuerò a pregare e a interessarmi con affetto e trepidazione anche da luoghi più lontani, magari da quella città di Gerusalemme che riassume in sé le speranze, le sofferenze e gli ideali dell’intera umanità”.
Card. Carlo Maria Martini
"Mese di ottobre 2024: alla (ri)scoperta di san Francesco?"
“Vivere secondo il santo Vangelo”
“Sono tempi di contrasti, ma non sono la diffidenza o il disprezzo degli uomini a spaventare Francesco. Se il mondo ha da ridire, non c’è da stupirsi: proprio per questo lui si è spogliato nudo e ha scelto quella vita. Anzi, più la differenza stride, più è sperabile che altri se ne accorgano e si convertano.
Ben più problematica è e gli appare un’altra opposizione che si vede dentro e che al contempo scorge tutto attorno a sé, vale a dire quella tra la sua intuizione interiore, evangelica, radicale, e la Chiesa così come la conosceva e la incontrava al suo tempo. Ricorda bene il suo primo pellegrinaggio romano, quando, giovane mercante inquieto su ciò che gli riservava il futuro, era andato a pregare sulla tomba di Pietro nella convinzione, tratta dal Vangelo, che proprio a quell’apostolo Gesù avesse affidato la sua Chiesa, alla quale sarebbe rimasto per sempre vicino. Questa certezza non gli viene mai meno, forse anche perché il suo stesso passato di peccatore perdonato dall’amore divino gli conferma che non sono le forze umane a ottenere successi, quando è in ballo il Vangelo. Tuttavia si chiede come sia possibile che il Vangelo abbia perduto attrattiva, che la lieta novella si sia annacquata fino a diventare una ripetizione stanca e distratta di atti insignificanti. E come potrebbero mai i cristiani che vivono e lavorano sparsi per ogni dove, che hanno famiglia, avvertire il calore del cuore di Cristo se i preti, per primi, non lo percepiscono? Ma è stato Lui stesso a dirgli che la Chiesa va riparata.
In Francesco quel dolore si fonde con un impulso ideale trascinante, perché c’è tanto da fare! E com’è bello andarsene per il mondo sapendo che il Signore trepida con lui. Altro che imprese cavalleresche, altro che paladini! Una frase scritta da Francesco molti anni dopo, al termine della sua vita, ci fa percepire qualcosa di questa vibrazione drammatica: “E dopo che il Signore mi dette dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo”. Qui ascoltiamo la vibrazione profonda dell’anima di Francesco e ne scorgiamo la dinamica, il germogliare di un’intuizione che cresce e fiorisce man mano, che prende forma a contatto con la vita. Nulla è stato studiato a tavolino, semmai il contrario. Francesco accetta il rischi di ciò che è sconosciuto, prende alla lettera l’invito cristiano e parte senza bisaccia, senza pane, senza scarpe, affidandosi pienamente a un futuro che non conosce, ma che è lì ad attenderlo. Non è lui a farsi strada, è la strada a condurre lui. Ormai è conclusa la stagione in cui passava da una meta a un’altra, sempre insoddisfatto, incaponendosi alla ricerca della gloria: ha imparato a farsi guidare.
Non ha mai cercato né tantomeno voleva organizzare una nuova forma di vita monastica o pastorale. Sì, davvero nessuno gli diceva che cosa dovesse fare, però trova nel vescovo Guido un amico e un confidente, che non ha mai provato ad indirizzarlo contro la sua volontà: sembra aver capito subito che ciò che matura nel cuore del giovane ha bisogno di tempo, e che non sta a lui giudicarlo. Lo ha trattato fin dall’inizio con tenerezza, lo ha incoraggiato, ha lasciato che andasse avanti. E qualcosa accade sulle vie che i fratelli percorrono a piedi con Francesco nelle piccole chiese trascurate che puliscono, nelle piazze e nei villaggi dove predicano a un popolo semplice: ascoltano la vita, cercano la strada, danno corpo a quanto vive Francesco. E finalmente proprio qui si palesa una parola più alta che indica la via e dona l’energia per percorrerla. E’ l’Altissimo a farsi strada nell’inquietudine di quei penitenti, non per dare risposte facili e immediate, ma per far sì che la ferita di quella ricerca si ampli e lasci spazio al Vangelo, semplicemente; e ciò vorrà dire tradurre quell’intuizione anche in forme istituzionali. Anzi, proprio per questo.
I fratelli aumentano e le domande intorno al loro stile di vita, così singolare, crescono. Molti non li capiscono e li confondono con gruppi che sono al margine della vita sociale, persino con eretici. Francesco sa bene che ora è responsabile del dono che ha ricevuto anche per gli altri fratelli, per quanti li incontrano e per tutti coloro che arriveranno in seguito. Per ora camminano da soli, con la benevolenza e i consigli del vescovo Guido, quando Francesco li cerca. Sono umili e sottomessi ai sacerdoti, non cercano posizioni di potere. Ma stanno crescendo velocemente e prima o poi non passeranno inosservati. Vanno ormai oltre l’Umbria, in contrade dove non sono conosciuti e non possono contare su qualcuno che garantisca per loro. E’ necessario un passo in più. Una presentazione. Una forma. Francesco la riassume con la consueta sintesi: “E io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor papa me la confermò”.
E così un laico senza cultura ecclesiastica e giuridica osa un gesto dalle grandi implicazioni: fa scrivere un documento che lui stesso ispira. Non lo possediamo, ma sappiamo che era una raccolta di testi evangelici, tra cui quelli ascoltati a San Nicolò e alla Porziuncola. Lasciare tutto per seguire il Signore e andare nel mondo a predicare il Vangelo. Questo lui desidera, questo brama e a questo aspira con tutto il cuore, e lo fissa per sé e per i fratelli”.
Fra Massimo Fusarelli,
Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, 121° successore di s. Francesco
AVVISI DELLA SETTIMANA
DOMENICA 20 OTTOBRE : Dedicazione del Duomo
Chiesa Madre di tutti i Fedeli ambrosiani
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Al solenne Pontificale delle ore 11, in Duomo, l’Arcivescovo incontra
i Consiglieri pastorali e per gli affari economici per ringraziarli
della loro disponibilità, incoraggiarli nel loro servizio ecclesiale
e sollecitarli a curare, insieme, la formazione personale
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ore 15, in Oratorio: GIOCO del BURRACO
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In questa settimana gli INCONTRI di CATECHISMO
LUNEDI’ 21 ottobre, ore 17: Gruppo Amici (3° ANNO)
MARTEDI’ 22 ottobre, ore 17: Gruppo Cristiani (4° ANNO)
saranno in Oratorio, con le Catechiste del proprio Gruppo
GIOVEDI’ 24 ottobre, Gruppo DISCEPOLI (2° ANNO)
ore 17: Catechismo – gioco e cena
ore 20.15: con i Genitori la consegna della Carta di Comunione
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Mercoledì 23 ottobre, ore 15.30, Incontro per la TERZA ETA’:
ore 16: Grande TOMBOLATA con premi speciali
Giovedì 24 ottobre
ore 20,45, GRUPPO Adolescenti in Gesù Buon Pastore
Venerdì 25 ottobre
ore 17 – 18.30, in Oratorio, Incontro del GRUPPO MEDIE
Sabato 26 ottobre
ore 11.30, Battesimo di Pelazzo LORENZO
12.15: Battesimo di Luraschi ALLEGRA
16.00: Battesimo di Majnoni d’Intignano de Grossi TEA
ore 20.45 in Duomo, VEGLIA MISSIONARIA
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DOMENICA 27 OTTOBRE : Prima dopo la Dedicazione
Giornata Missionaria Mondiale:
in aiuto e a sostegno dei missionari si svolgerà
la tradizionale iniziativa delle 100 Torte per le MISSIONI
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DOMENICA coi Genitori dei Bambini/e del Gruppo “FIGLI” (1° Anno)
Ore 10.00, in Oratorio: Preghiera Genitori e Figli,
segue Incontro con i Genitori
ore 11.15, al Fopponino, s. Messa coi Genitori e i Figli
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ore 15.30: Battesimo di De Benedictis GIULIO MICHELE
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