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Il Fopponino - 7 gennaio 2024


Battesimo del Signore

7 gennaio 2024

I Settimana Diurna Laus


Gennaio mese della PACE


Dal MESSAGGIO del Santo Padre FRANCESCO

per la 57.ma GIORNATA MONDIALE della PACE

In gennaio vogliamo conoscere e valorizzare il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata della Pace e lo faremo con la lettura del testo e il commento delle canzoni. Oggi ti offro l’inizio e il finale di questo Messaggio e ti invito ad una attenta lettura perché l’argomento che il Papa ci presenta è davvero attuale e affascinante.

Intelligenza artificiale e pace

“All’inizio del nuovo anno, tempo di grazia che il Signore dona a ciascuno di noi, vorrei rivolgermi al Popolo di Dio, alle nazioni, ai Capi di Stato e di Governo, ai Rappresentanti delle diverse religioni e della società civile, a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo per porgere i miei auguri di pace”.

 

1. Il progresso della scienza e della tecnologia come via verso la pace

 

         “La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano «saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro» (Es 35,31). L’intelligenza è espressione della dignità donataci dal Creatore, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha messo in grado di rispondere al suo amore attraverso la libertà e la conoscenza. La scienza e la tecnologia manifestano in modo particolare tale qualità fondamentalmente relazionale dell’intelligenza umana: sono prodotti straordinari del suo potenziale creativo. (..)

         I notevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera digitale, presentano dunque entusiasmanti opportunità e gravi rischi, con serie implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli.

         È pertanto necessario porsi alcune domande urgenti.

Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace?” (..)


8. Sfide per lo sviluppo del diritto internazionale

 

         La mia preghiera all’inizio del nuovo anno è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana. Possano i fedeli cristiani, i credenti di varie religioni e gli uomini e le donne di buona volontà collaborare in armonia per cogliere le opportunità e affrontare le sfide poste dalla rivoluzione digitale, e consegnare alle generazioni future un mondo più solidale, giusto e pacifico”.

Dal Vaticano, 8 dicembre 2023

FRANCESCO

 

"Inciampare in una stella"


                 “A Natale è Dio che cerca l’essere umano, all’Epifania è l’essere umano che cerca Dio. L’Epifania è la festa dei cercatori di Dio, il Natale dei lontani. Insieme ai Magi cammina l’umanità di sempre, l’umanità che, come loro, ha gli occhi nel cielo.

         I Magi, questi misteriosi lettori di stelle, sono il simbolo della immensa famiglia umana che per vivere ha bisogno di guardare in alto, sradicata dall’Eden ma che ne conserva una segreta fame inappagata. Ha bisogno di una esistenza non statica ma estatica: estasi è uscire da sé verso il grande giro delle stelle, dal cortile di casa verso la patria grande del mondo.

         Sono, scrive padre David Maria Turoldo, “i santi più nostri” per il loro cammino pieno di incertezze e di errori: giungono nella città sbagliata, perdono di vista la stella, parlano del bambino con l’uccisore di bambini, cercano un re e trovano un Dio. Ma il loro cammino è pieno della infinita pazienza di ripartire, di ricominciare, a conforto di tutte le nostre ripartenze.

         Nessuna sconfitta abbatte quel viaggio pieno del coraggio di non arrendersi mai, di continuare “a fissare  gli abissi del cielo / fino a bruciarsi gli occhi del cuore”.

         I Magi sono i santi più nostri: piedi per terra e occhi nel cielo.

Un proverbio africano esprime così questo “strabismo” dei cercatori di Dio: “Bisogna legare il timone dell’aratro a una stella per tracciare lunghi e diritti i solchi del campo”.

         Potremmo, allora, capovolgere la domanda di Erode, ridare innocenza alle sue parole: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere”.

         Sono le parole che vorrei ripetere anch’io all’amico, al teologo, alla monaca di clausura, al poeta, allo scienziato, al lavoratore, alla donna di casa, all’uomo della strada, al bambino allo psicologo: “Hai trovato il bambino?”.

         Ti prego, cerca accuratamente nei libri, nell’arte, nella storia, nei volti, nel cuore delle cose, cerca in fondo alla speranza, cerca con cura, fissando gli abissi del cielo e poi gli abissi del cuore, e se l’hai trovato dimmi come hai fatto, fammelo sentire vivo e caldo perché anch’io venga ad adorarlo, con i miei piccoli doni ma con tutta la fierezza dell’amore”.


 

“Una stella in fondo al cuore”


“Aperti i loro scrigni, offrirono oro, incenso e mirra.

Non c’è adorazione senza regalo. Quando hai incontrato una persona, quando qualcuno ti risulta gradito, caro, amato e amante, prima o poi senti il bisogno di offrire un dono, di entrare nella dimensione del dono, nell’amore che dona, non in quello che prende.

          Oro, incenso e mirra portano i misteriosi lettori di stelle, e non fiori, giocattoli o dolciumi. L’oro della nostra obbedienza, l’incenso della nostra adorazione, la mirra delle angosce e delle delusioni. Il prezioso, il sublime, l’austero. Il nobile, il divino, il tragico: in quel bambino c’è tutto questo.

          E io, Signore, che vengo da lontano, dietro a una stella che appare e dispare, che ho percorso strade difficili, quale dono posso offrirti? 

Lo dico con i versi di una preghiera latino-americana:

 

              La mia vita, Signore, semplice e diritta come un flauto

              perché Tu la possa riempire, riempire con la tua musica.

              La mia vita, Signore, argilla tenera nelle tue mani

              perché Tu possa darle forma, la forma che vorrai.

              La mia vita, Signore, seme libero nel vento

              perché Tu possa seminarlo, seminarlo dove vorrai.

              La mia vita, Signore, piccolo legno secco

              perché Tu lo possa accendere, e bruci per il povero e per Te.

 

         Infine il ritorno. I Magi scompaiono nei gorghi dell’Oriente ma non si smarriscono, perché ormai portano una stella in fondo al cuore. La fede è un incontro che cambia la vita e ci rende capaci di sostenere il confronto con ogni opposizione: saputo di Erode, “per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. Chi ha incontrato il Signore scopre che la sua vita prende una nuova direzione, che il ritorno a casa, al centro di sé, al senso della vita, avviene per una strada nuova, attraverso la sorpresa di gesti inattesi, di parole impensate. Non sono le idee ma gli incontri che cambiano la vita e se noi facciamo così fatica a cambiare, forse ciò accade perché non siamo più capaci di incontrare, di vedere l’incontro con stupore e di conservarlo in cuore.


              Cercatore verace di  Dio è solo chi inciampa in una stella,

              scambia incenso e oro con un ridente cuore di bimbo

              e, tentando strade nuove,

              si smarrisce nel pulviscolo magico del deserto.

Da “Natale. L’abbraccio di Dio” di Ermes Ronchi


 


“Le OFFERTE delle MESSE di NATALE”

Con le buste e le offerte date durante le sante Messe nel giorno di Natale sono stati raccolti 5.260 euro. Con altre offerte donate agli stessi scopi si è raggiunta la cifra totale di 6.000 euro: 3.000 saranno valorizzati dal Gruppo Carcere per iniziative di accompagnamento di alcune persone al termine della detenzione, altri 3.000 saranno devoluti al Fondo parrocchiale di Solidarietà (che dispone ora di 5.000 euro) per continuare un’azione di aiuto alle persone e alle famiglie in difficoltà.

“GRAZIE di CUORE a TUTTI”



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18 Fopponino 05.01.2024
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