Quarta domenica di AVVENTO
3 dicembre 2023
IV Settimana Diurna Laus
Domenica 3 dicembre: Quarta di AVVENTO
"L'ingresso del Messia"
“Gesù entra in Gerusalemme.
La folla dei discepoli lo accompagna in festa, i mantelli sono stesi davanti a Lui, si parla di prodigi che ha compiuto, un grido di lode si leva: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli” (Lc 19,38). Folla, festa, lode, benedizione, pace: è un clima di gioia quello che si respira.
Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima. La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili (…)
E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù”.
PAPA FRANCESCO,
Omelia santa messa, 24 marzo 2013
A margine del Vangelo di Marco 11, 1-11
Il Messia e Gerusalemme
“Gesù finalmente raggiunge il traguardo: Gerusalemme, ma tra il Messia, “Figlio di Davide” e la “Città di Davide” lo scontro sarà drammatico: Gesù offre la sua salvezza, Gerusalemme la rifiuta. Gerusalemme attende un altro tipo di Messia, ben diverso da quello che Gesù sta incarnando. Infatti Gesù entra a Gerusalemme ma senza voler restaurare il regno di Davide. Agli slogans di acclamazione della gente e dei discepoli, Gesù oppone lo stile semplice di un Messia disarmato, che cavalca su un asinello, segno di pace, non su un cavallo di guerra. La menzione dell’asinello sul quale “nessuno è ancora salito”, oltre che segno di messianismo umile e pacifico, ha una connotazione liturgica: gli animali scelti per il sacrificio devono essere senza difetti e non aver mai portato il giogo: solo così possono essere offerti al Signore che ne fa richiesta (qui per ben 2 volte ricorre il titolo Signore, titolo che per tutto il resto del vangelo di Marco è piuttosto raro: solo in 7, 28 e 12, 36-37). Di più, il gesto di deporre i mantelli sull’asinello o di stenderli sulla strada contribuisce a fare di questa scena una grande intronizzazione regale di tipo messianico, ottenuta con l’aggiunta, probabilmente di Marco, “Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide”.
Momento culminante dell’ingresso di Gesù in Città è il grido, condiviso da “quelli che precedevano e quelli che seguivano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!”. Osanna, trascrizione greca dall’aramaico hosa’na, è una invocazione a Dio e significa “salvaci”: ai tempi di Gesù si trasforma in una esclamazione di giubilo a Dio che salva attraverso il suo Messia; così come aveva assunto un significato messianico l’espressione “che viene nel nome del Signore”, anzi era diventata addirittura la denominazione di Colui che era stato promesso da Dio, cioè l’Atteso, l’Annunciato da tutte le promesse.
La conclusione dell’episodio è ben strana: “Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betania”. Gesù entra dunque nel tempio ma non vi accade nulla, la manifestazione messianica ha avuto vita breve; ma ecco prima di uscire, Gesù volge uno sguardo circolare sui luoghi: è entrato nella sua Città, nella sua casa .. senza trovare quello che cercava. E’ l’inizio di un dramma tra Gesù Messia e la sua Città, Gerusalemme!”
Francesco Lambiasi, vescovo, esegeta del Vangelo di Marco
Il Tempo di Avvento … con Il Gruppo Medie
I Pastori, Giuseppe, Maria e… Gesù Bambino. I ragazzi del Gruppo Medie, durante queste settimane di Avvento, stanno costruendo il “loro” presepe attraverso la preghiera e i preziosi momenti di riflessione ogni volta dedicati ai protagonisti della Natività. Nel presepe ogni personaggio vive il suo incontro con Dio in modo unico, personale. La fede di ciascuno di loro entrando in contatto con la nascita di Gesù assume una straordinaria bellezza la cui luce, se lo vogliamo, può ancora illuminare i nostri cuori. La fede è una cosa seria, ci siamo detti. Dio tocca davvero la vita e la cambia in meglio. Allo stesso modo, oggi come allora, mettendoci di fronte all’evento della nascita del Figlio di Dio, Lui ci interpella. Ai ragazzi abbiamo chiesto di immedesimarsi nei pensieri, nei dubbi, nei desideri, nelle fatiche che hanno accompagnato quel particolare incontro con Lui avvenuto in una notte che sembrava essere uguale a tutte le altre. Eppure… quella notte i pastori si sono scoperti uomini incredibilmente privilegiati, i primi destinatari della manifestazione della gioia e dell’amore di Dio; Giuseppe ha fatto qualcosa di ben più concreto che dare un nome a un bambino, ha dato piena visibilità alla paternità di Dio; Maria ha preso tra le braccia l’esito della Parola ascoltata, ha accolto il prodigio della tenerezza di Dio, ha visto la promessa di salvezza entrare nella vicenda umana e legarsi ad essa per sempre.
Anche noi, se lasciamo che il Natale entri nel nostro quotidiano, scopriremo di poter accogliere il Signore Gesù in un modo unico, con la nostra risposta di fede che non sarà più un modo di fare ma un modo di essere…
Nei nostri incontri, poi, c’è spazio, come sempre, anche per il tempo del gioco e dello stare insieme. È proprio lo stare insieme che rafforza il nostro gruppo e ci fa provare il gusto di essere comunità. Così, un po’ come abbiamo fatto lo scorso anno, abbiamo pensato di goderci una giornata insieme: quale giorno migliore di venerdì 7 dicembre, tutti a casa da scuola, per andare alla scoperta della città di Como?
E la sera del 15? Sarà la cena natalizia in Oratorio insieme agli educatori, agli animatori e ai nostri sacerdoti… a darci la gioia del Natale.
Infine, per non farci mancare nulla: i ragazzi seguiranno l’insegnamento del nostro patrono Francesco e, con pennelli e tanta creatività, daranno “vita” al loro Presepe… ma questa sarà una sorpresa e, perciò, ve la racconteremo un’altra volta.
Per il momento ci salutiamo augurando un buon tempo dell’Avvento a tutti!
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