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Il Fopponino - 29 ottobre 2023

Aggiornamento: 30 ott 2023


Seconda Domenica dopo la Dedicazione

29 Ottobre 2023

II Settimana Diurna Laus


Solennità dei Santi e Commemorazione dei Defunti

"Credo la Vita Eterna"


“Che cosa è, in realtà, la “vita”?

E che cosa significa veramente “eternità”?

Desideriamo in qualche modo la vita, quella vera, che non venga poi toccata neppure dalla morte; ma allo stesso tempo non conosciamo ciò verso cui ci sentiamo spinti. Non possiamo cessare di protenderci verso di esso e tuttavia sappiamo che tutto ciò che possiamo sperimentare o realizzare non è ciò che bramiamo. Questa “cosa” ignota è la vera “speranza” che ci spinge e il suo essere ignota è, al contempo, la causa di tutte le disperazioni come pure di tutti gli slanci positivi o distruttivi verso il mondo autentico e l’autentico uomo.

La parola “vita eterna” cerca di dare un nome a questa sconosciuta realtà conosciuta. Necessariamente è una parola insufficiente che crea confusione. “Eterno”, infatti, suscita in noi l’idea dell’interminabile, e questo ci fa paura; “Vita” ci fa pensare alla vita da noi conosciuta, che amiamo e non vogliamo perdere e che, tuttavia, è spesso allo stesso tempo più fatica che appagamento, cosicché mentre per un verso la desideriamo, per l’altro non la vogliamo. Possiamo soltanto cercare di uscire col nostro pensiero dalla temporalità della quale siamo prigionieri e in qualche modo presagire che l’eternità non sia un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo – il prima e il dopo – non esiste più.

Possiamo soltanto cercare di pensare che questo momento è la vita in senso pieno, un sempre nuovo immergersi nella vastità dell’essere, mentre siamo semplicemente sopraffatti dalla gioia. Così lo esprime Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Vi vedrò di nuovo il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (16,22). Dobbiamo pensare in questa direzione, se vogliamo capire che cosa sia la vita eterna, a che cosa mira la speranza cristiana, che cosa aspettiamo dalla fede, dal nostro essere con Cristo”.

papa Benedetto XVI

 

A PROPOSITO del SINODO (prima parte)


"Una Chiesa che riscopre se stessa"


Sinodalità” è la parola più usata nei documenti ecclesiali degli ultimi tre anni: non è slogan né tanto meno una parola di moda, ma riconduce all’essenza stessa della Chiesa e alla sua realtà costitutiva. Già nel 2015 papa Francesco aveva ricordato questo concetto commemorando il 50simo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi diceva: “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola “Sinodo”. Camminare insieme – Laici, Pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica”. Siamo in una cultura che esclude e isola, che litiga e contrappone, dove si parla molto e si ascolta poco.

In questo contesto si inserisce la preoccupazione del papa per una Chiesa che riscopra “la parola insieme. Camminare insieme. Interrogarsi insieme. Farsi carico insieme di un discernimento comunitario, che per noi è preghiera, come fecero i primi Apostoli: è la sinodalità, che vorremmo far diventare abitudine quotidiana in ogni sua espressione”. Una “sfida dell’insieme” quella lanciata dal papa soprattutto per aiutare tutta la Chiesa a riscoprire una caratteristica della propria identità a volte lasciata in ombra. Con la sinodalità si approfondisce lo stile e il modo di essere Chiesa per essere profezia per il mondo di oggi.


Verso l’assemblea sinodale


Da ottobre 2021 si è messo in moto un percorso articolato per “tradurre” la sinodalità in modo concreto, coinvolgendo tutti i membri della Chiesa, iniziando da una consultazione generale.

Si è attivato così un “circolo comunicativo” che è iniziato dalle Chiese locali, invitando i fedeli a partecipare a vari tavoli di dialogo, con una attenzione particolare a coinvolgere quelli che per un motivo o l’altro si sentono esclusi. Una fase detta “narrativa” che solo in Italia ha coinvolto 50mila gruppi sinodali! Le sintesi delle consultazioni a livello diocesano sono state raccolte e inviate dalle Conferenze Episcopali e da queste alla Segreteria Generale del Sinodo.

A partire dalla lettura e dall’analisi dei documenti così raccolti, è stato redatto il Documento di lavoro della Tappa Continentale – una novità del processo sinodale – che è stato restituito alle Chiese locali di tutto il mondo, invitandole a confrontarsi con esso per poi incontrarsi e dialogare in occasione delle sette Assemblee continentali. La “tappa” continentale europea si è svolta a Praga lo scorso febbraio e ha visto riuniti 200 delegati in presenza e 270 online: sono state messe a fuoco le intuizioni e le tensioni che risuonano con maggiore intensità nell’esperienza di Chiesa di ciascuna regione. Le priorità e i temi ricorrenti sono confluiti in un documento finale che insieme a tutte le altre sintesi continentali è servito a stendere il Documento finale l’Instrumentum Laboris (IL) per l’Assemblea sinodale di ottobre.


Partecipare alla Missione


L’interrogativo fondamentale che ha guidato tutte le fasi del processo è stato il seguente: “Come si realizza oggi a diversi livelli (da quello locale a quello universale), quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?” (vedi il Documento preparatorio del Sinodo, 2).

L’articolazione di ascolto e dialogo di portata “universale” durata più di due anni si è configurata come un esercizio concreto della sinodalità: ne è emersa una sintesi “vissuta” di che cosa sia e di quello che sente una Chiesa sinodale, senza negare difficoltà e problemi, e valorizzando la ricchezza di visioni che provengono dalla varietà dei contesti.

L’Instrumentum Laboris (IL), frutto di un processo di ascolto e il punto di arrivo di questo tratto di strada fatto insieme, si offre come punto di partenza per la seconda fase del Sinodo, quella della duplice Assemblea di ottobre 2023 e ottobre 2024. L’IL – sottolinea il card. Mario Grech, Segretario Generale della segreteria Generale del Sinodo – “non è un documento scritto sulla scrivania. E’ un documento in cui tutti sono co-autori, ciascuno per la parte che è chiamato a svolgere nella Chiesa, nella docilità allo Spirito”.

Nel titolo del documento Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione la parola Partecipazione assume un rilievo particolare. Se Comunione e Missione sono già state esplorate in molti documenti ecclesiali, la sfida principale è come valorizzare la corresponsabilità di tutto il Popolo di Dio per continuare a rendere quotidiano e concreto l’essere Comunione della Chiesa in vista della Missione.


fra Riccardo Giacon

Direttore del Mensile san Francesco Patrono d’Italia

 



 

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